È possibile realizzare una città dei cittadini e ai cittadini?

È possibile realizzare una città dei cittadini e ai cittadini?

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Conferenza
E’ possibile realizzare una città dei cittadini e ai cittadini?
A cura di Riccardo Petrella

La città come luogo dei beni comuni sembra non essere più alla portata del mondo attuale, sempre più lacerato e diviso da conflitti e interessi particolari. Allo stesso tempo però oggi, ancor più che in passato, resta il luogo dei “cambiamenti possibili”.

Presentazione del concorso per giovani progettisti
San Giovanni Valdarno. Un’idea, una città.
Il concorso intende promuovere una riflessione sempre più profonda e partecipata non solo sul senso di appartenenza ma anche e soprattutto sul concetto di identità collettiva, grazie alla ridefinizione di alcuni spazi pubblici chiave della città.
A cura di: Valentina Zucchi, Museo Terre Nuove e Fausto Forte, Museo Casa Masaccio
Coordinamento: Marco Brizzi, Image
Giuria: Pippo Ciorra, Richard Ingersoll, Camilla Perrone, Gianni Pettena, Gianpiero Venturini.

E’ possibile realizzare una città dei cittadini e ai cittadini?
La risposta è negativa se si pensa alle gigantesche conurbazioni sviluppatesi negli ultimi anni: Lagos, Istanbul, Mexico City, Tokyo, Buenos Aires, Shangai… anche se esse fossero organizzate in maniera decentralizzata, per “comunità distinte” il gigantismo urbano è strutturalmente foriero di ineguaglianze, di oligarchie, di violenza.

Niente da fare dunque?
Il gigantismo non è la causa dei problemi ma il risultato di società fondate su principi e modi di funzionamento ineguali, predatori, ingiusti. Principi quali l’appropriazione privata del suolo, la mercificazione di ogni forma di vita (da qui il trionfo delle “città mercato”) e la privatizzazione dei beni e servizi essenziali per la vita ed il vivere insieme, la monetizzazione o finanziarizzazione delle relazioni tra gli esseri umani, l’esclusione/rigetto dell’altro, le “gated cities” sono la forma più visibile della struttura della città diventata un non luogo e un non tempo del vivere insieme. Cominciare dal ribaltamento dei principi e dalla costruzione di comunità umane intraurbane animate da nuove relazioni sostenibili con la natura è la via da percorrere per giungere in due/tre generazioni a delle città fondate dai e su i cittadini. Non saranno certo né le “smart cities” nè le attuali “eco-cities” che potranno consentire tale ribaltamento.

Nota biografica
Ho 75 anni ben compiuti e da 48 anni sono sposato con Anne, belga, e vivo dal 1975 a Bruxelles. Abbiamo tre figli, di cui due vivono in Francia. Abbiamo cinque nipotini. Ho fatto l’università a Firenze (scienze politiche, specializzazione economia). Ho lavorato e vissuto a Roma, poi a Vienna (A), a Parigi( F) ed infine a Bruxelles (B) per 25 anni alla Commissione europea della Comunità europea dove ho diretto il FAST (Forecasting and Assessment in Science and Technology) . E’ lavorando alla Commissione che sono diventato un ricercatore radicale e militante perché ho imparato dal di dentro del sistema perché e come è costruito e funziona il sistema oggi dominante. Sono diventato un altermondialista, un critico della globalizzazione del capitalismo mercantile finanziario e del primato assunto dalle oligarchie multinazionali mondiali sul potere politico pubblico. All’inizio degli anni ’80 mi è stato proposto d’insegnare all’Università Cattolica di Lovanio (B) come professore di mondializzazione e,con l’accordo delle mie autorità, ho condotto le due attività in concomitanza. Ho insegnato anche all’Università di Namur e alla ULB a Bruxelles, all’Accademia di Architettura a Mendrisio (CH) e come visiting professor a Pittsburg, Montreal, Salzburg, Bergamo. Dal 2004 sono in pensione sia dalla Commissione europea sia dall’Università di Lovanio. Sono stato invitato nel 2005 ad assumere la presidenza dell’ Acquedotto Pugliese allo scopo di realizzare la sua ripubblicizzazione ma ho dato le dimissioni dopo soli 18 mesi avendo constatato che capita che certi esponenti leader della classe politica sono portati a non realizzare gli obiettivi ed impegni per i quali essi hanno conquistato la simpatia e l’adesione dei cittadini elettori. Peccato. Ho scritto diversi libri sulla competitività, i beni comuni, l’acqua, l’umanità,la povertà, l’utopia. Al momento sono impegnato nelle battaglie per il diritto all’acqua, nell’iniziativa “Dichiariamo Illegale la Povertà” e in azioni per la messa fuori legge del sistema finanziario attuale.

San Giovanni Valdarno. Un’idea, una città.
Presentazione del concorso per giovani progettisti.

Alla luce della relazione instaurata nel corso degli anni con la città e con la finalità di promuovere una riflessione sempre più profonda e partecipata non solo sul senso di appartenenza ma anche e soprattutto sul concetto di identità collettiva, il Museo Terre Nuove e il Museo Casa Masaccio centro per l’arte contemporanea annunciano un concorso di idee per giovani progettisti. Oggetto del concorso è la selezione di un concept e di un progetto strategico per la realizzazione di un intervento urbano da realizzarsi a San Giovanni Valdarno. Sono attese soluzioni in grado di definire nuove esperienze di spazio pubblico che coinvolgano il loggiato di Palazzo d’Arnolfo e che siano realizzabili, attraverso la partecipazione di imprenditori e produttori presenti nell’area, nella forma di intervento permanente. In una prospettiva più ampia, l’iniziativa intende inoltre promuovere, a partire dalla soluzione che coinvolgerà il loggiato di Palazzo d’Arnolfo, la nascita di idee e di soluzioni per altri interventi interstiziali attraverso i quali rinnovare la definizione di spazio pubblico nel tessuto urbano di San Giovanni Valdarno.

Il concorso nasce dalla necessità di promuovere un dialogo esplicito e diretto fra i contenuti del Museo delle Terre Nuove presenti all’interno dell’edificio e la città. Il loggiato di Palazzo d’Arnolfo si pone in questo senso come luogo ideale sul quale realizzare questa relazione dando vita a uno spazio pubblico ridefinito da un intervento urbano originale. Il progetto strategico dovrà trarre spunto dai temi-chiave della narrazione museale per diventare, attraverso l’intervento, occasione di interazione e di riflessione sociale sui temi dello spazio pubblico, dell’arte e dell’ambiente. Le proposte partecipanti saranno valutate da una giuria qualificata, della quale faranno parte Pippo Ciorra (senior curator per l’architettura al MAXXI), Richard Ingersoll (storico dell’architettura), Camilla Perrone ( professoressa di progettazione della città e del territorio, Università di Firenze), Gianni Pettena (architetto e artista) e Gianpiero Venturini (architetto e curatore) che baserà il proprio giudizio sulla loro originalità, sulla capacità di interpretare in chiave contemporanea i contenuti culturali del tema dato, sulla strategia elaborata per sostenerne la fattibilità. Il progetto vincitore sarà messo a confronto con la realtà locale attraverso una residenza dei progettisti a San Giovanni Valdarno.

Il concorso “San Giovanni Valdarno. Un’idea, una città” sarà presentato il 14 gennaio 2017 alle ore 17 presso il Museo Terre Nuove di San Giovanni Valdarno, in presenza di membri della giuria. Il bando sarà reso disponibile sul sito www.museoterrenuove.it/concorso. La presentazione del concorso sarà preceduta dalla conferenza di Riccardo Petrella, dal titolo “E’ possibile realizzare una città dei cittadini e ai cittadini?”.

Sabato 14 gennaio 2017, ore 17 – Palazzo d’Arnolfo
Museo Terre Nuove, San Giovanni Valdarno

Per informazioni
Museo Terre Nuove
Tel. 055 912613
Mail info@museoterrenuove.it
www.museoterrenuove.it

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