Museo delle Terre Nuove | Sala 5 - LA RIVOLUZIONE URBANA DEL TARDO MEDIOEVO - Museo delle Terre Nuove
Tra la fine del XII secolo e gli inizi del XIII l’Europa fu invasa da una sorta “febbre urbanistica”: alcuni piccoli borghi vennero rasi al suolo per costruirvi sopra, altri furono adattati alle nuove esigenze urbane.
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Sala 5

LA RIVOLUZIONE URBANA DEL TARDO MEDIOEVO

Tra la fine del XII secolo e gli inizi del XIII l’Europa fu invasa da una sorta “febbre urbanistica”: alcuni piccoli borghi vennero rasi al suolo per costruirvi sopra, altri furono adattati alle nuove esigenze urbane. Ideare un nuovo centro costituiva comunque una scommessa per i fondatori. La sala propone una serie di contenuti multimediali che approfondiscono sia progetti realizzati sia suggestioni letterarie: fra queste la città ideale descritta da un prete catalano di nome Francesc Eiximenis tra il 1381 e il 1386.

Approfondimenti


LA CITTA’ IDEALE

La città terrena è stata ed è specchio di una città celeste, che è già e non ancora, nella quale ogni nostro limite - le risorse naturali, la convivenza pacifica, la salute e la felicità, i valori della comunità e del bene - trova eterno appagamento. Lo sono state le città precolombiane e le poleis greche; lo è stata la civitas romana; lo sono stati i centri medievali di nuova fondazione e le città perfette del Rinascimento; lo sono state le città-industriali e le città-giardino di primo Novecento e lo sono le città nuove sognate e progettate in questi ultimi anni. Costante, negli innumerevoli esiti, il tentativo di stabilire un rapporto d’equilibrio con la terra e con gli uomini. Come scriveva l’architetto Georg Münter negli anni Cinquanta del secolo scorso, la città ideale è «una città immaginaria che riesce a realizzare in modo ideale e in forma precisa, per così dire scientifico-matematica, i desideri materiali e spirituali che una determinata epoca vede nella fondazione di una città».
Alla città celeste guarda ancora l’ultimo libro della Bibbia, l’Apocalisse, figurando nelle ultime pagine non un luogo astratto ma uno spazio urbano preciso, definito, misurato:
«essa aveva un grande ed alto muro con dodici porte, e alle porte dodici angeli [...] E colui che parlava con me aveva una canna d'oro, per misurare la città, le sue porte e il suo muro [...] La città era a forma quadrangolare, e la sua lunghezza era uguale alla larghezza; egli misurò la città con la canna, ed era di dodicimila stadi [...] Misurò anche il muro ed era di centoquarantaquattro cubiti, a misura di uomo, cioè d'angelo. Il muro era fatto di diaspro; e la città era di oro puro, simile a cristallo trasparente. Le fondamenta del muro della città erano adorne d'ogni pietra preziosa [...] E le dodici porte erano dodici perle [...] e la piazza della città era di oro puro, come di cristallo trasparente. E in mezzo alla piazza della città e da una parte e dall'altra del fiume si trovava l'albero della vita».
(Il testo è tratto dalla guida del museo, a cura di Claudia Tripodi e Valentina Zucchi, Sagep, 2024)